
Ieri sera sono andato ad una delle cene culturali del circolo Fuori Orario (RE), per ascoltare la presentazione di un libro giallo-noir dal titolo "Passato imperfetto", scritto a tre mani e "sostenuto" da Carlo Lucarelli, presente sul palco (ovviamente in completo scuro).
Tra i vari interventi si è parlato delle deliranti dichiarazioni rilasciate da Cossiga nei giorni scorsi, degne di un'interrogazione parlamentare o almeno di un'inchiesta giudiziaria.
Si è parlato anche delle stragi di Bologna e di Piazza Fontana. Sono rimasto incuriosito da quest'ultima perchè è avvenuta il 12 dicembre 1969, 3 giorni prima che io nascessi. Mi immagino il clima di incertezza e paura di quei giorni, soprattutto per giovani coppie in attesa della nascita di un figlio.
Nel giorno della mia nascita il ferroviere anarchico Giuseppe Pinelli, arrestato subito dopo la strage e da tre giorni interrogato in questura, muore precipitando dalla finestra dell'ufficio del commissario Calabresi. Non proprio una bella ricorrenza.
Piazza Fontana è un nome molto "inflazionato", ma forse non tutti sanno che nel giorno della strage avvenuta all'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Milano, le bombe furono 5, messe a Milano e Roma, fatte esplodere nel giro di un'ora. Un'organizzazione degna di Al-Qaeda.
In questi anni si sono fatte infinite inchieste, processi, Dossier, Relazioni, trasmissioni televisive e libri, ma senza un risultato certo. Il nome di Licio Gelli è uscito più di una volta, i depistamenti sono stati numerosi e sono stati incolpati gruppi anarchici e di estrema destra. L'unica cosa certa dopo tutti questi anni sono le vittime, 17.
Spero soltanto che la tensione di questi ultimi mesi, causata dall'arroganza politica, dalla crisi economica e dall'incertezza sul futuro, non contribuisca a "infervorare" nuovi gruppi estremistici.