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martedì 7 settembre 2010

Serve parlarne

Viviamo in un Paese, l'Italia, in cui il malaffare la fa da padrone e il brutto e' che ci siamo assuefatti. Angelo Vassallo, un sindaco onesto che combatteva, solitario, la camorra, e' stato assassinato e il governo ne fa solo un accenno, ha altro a cui pensare (mi riferisco alle beghe della maggioranza).
Pochi i TG che hanno dato il giusto risalto a questa tristissima vicenda, meno ancora quello che il governo ha dichiarato per rispondere in modo adeguato a questa esecuzione.
La politica ormai si preoccupa di questioni "extra territoriali" e la maggiorparte della gente si preoccupa di andare avanti al meglio fino alla fine del mese.
Un uomo di una dignita' d'altri tempi muore, freddato alla schiena, e pochi ricordano quello per cui combatteva. Che lo avevano invitato in Cina per raccontare il suo buongoverno. Che aveva trasformato Acciaroli e dintorni in un paradiso ecologico.
Facciamo in modo di non dimenticare mai.

mercoledì 30 settembre 2009

Un grande applauso a Roberto Saviano


Ieri sera ho finalmente avuto il tempo di vedere la registrazione della lunga e interessante intervista a Saviano nella trasmissione "L'era glaciale" andata in onda il 25 settembre scorso in seconda serata su Rai2 e disponibile in 10 parti su You Tube.
Roberto, che ha da poco compiuto 30 anni e da parecchi anni ormai vive sotto la scorta di carabinieri antimafia, premiato un po' in tutto il mondo, non ha perso smalto e ha raccontato in modo fluido e semplice (quasi fosse gia' la trascrizione di un suo nuovo libro) la storia dei casalesi, il potere della Camorra e la sua vita da quando e' uscito Gomorra. Daria Bignardi ha completato l'intervista con filmati registrati a Casal di Principe, che riportavano le diverse opinioni della gente.
Un'intervista sicuramente da vedere.

mercoledì 15 ottobre 2008

Roberto Saviano, un eroe in esilio


Costretto suo malgrado a pensare di scappare dall’Italia, per tentare di avere una vita, nonostante le minacce di morte ricevute dai Casalesi.
Dopo il successo del libro e del film “Gomorra”, vive come un latitante in fuga, in perenne trasferimento sempre protetto dalla scorta. Dice: “Penso di aver diritto a una pausa. Ho pensato, in questo tempo, che cedere alla tentazione di indietreggiare non fosse una gran buona idea, non fosse soprattutto intelligente. Ho creduto che fosse assai stupido - oltre che indecente - rinunciare a se stessi, lasciarsi piegare da uomini di niente, gente che disprezzi per quel che pensa, per come agisce, per come vive, per quel che è nella più intima delle fibre ma, in questo momento, non vedo alcuna ragione per ostinarmi a vivere in questo modo, come prigioniero di me stesso, del mio libro, del mio successo. 'Fanculo il successo. Voglio una vita, ecco. Voglio una casa. Voglio innamorarmi, bere una birra in pubblico, andare in libreria e scegliermi un libro leggendo la quarta di copertina. Voglio passeggiare, prendere il sole, camminare sotto la pioggia, incontrare senza paura e senza spaventarla mia madre. Voglio avere intorno i miei amici e poter ridere e non dover parlare di me, sempre di me come se fossi un malato terminale e loro fossero alle prese con una visita noiosa eppure inevitabile. Cazzo, ho soltanto ventotto anni! E voglio ancora scrivere, scrivere, scrivere perché è quella la mia passione e la mia resistenza e io, per scrivere, ho bisogno di affondare le mani nella realtà, strofinarmela addosso, sentirne l'odore e il sudore e non vivere, come sterilizzato in una camera iperbarica..“.
Ciò che mi fa più imbestialire di questa storia è che Saviano è odiato da molti napoletani e campani. Lui, che ha avuto il coraggio di scrivere quello che tutti hanno sottocchio e nessuno ha il coraggio di dire. Forse quello che non va giù è proprio il suo coraggio. La sua verità è considerata una sfida al potere della Camorra. Una sfida che lo rende solo, come un antico martire.

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