Uno stralcio della lettera aperta pubblicata su Il Manifesto:
"Egregio signor Presidente del Consiglio... non è del tutto certo, infatti, se Ella sappia, sappia bene, che sta mentendo, e nonostante ciò continui a mentire; oppure se, come io inclino a pensare, Lei non sappia neanche che mente, perché le manca totalmente ogni elementare criterio di verifica, - quello che in altri tempi si definiva con grande semplicità il senso e la ricerca della verità.
In un caso come nell'altro, comunque, è del tutto chiaro che Ella ha rinunciato a priori a guardarsi con un minimo distacco ovvero con quel minimo, elementare senso obiettivo dell'osservazione, che fa di ognuno di noi, ma soprattutto di un politico, per le conseguenze più o meno positive, più o meno nefaste, che dalla sua azione possono derivare, un individuo capace di comportarsi responsabilmente e prudentemente.
In una parola, egregio signor Presidente: Ella è il caso più straordinario che si conosca attualmente al mondo di perfetta identificazione dell'immagine che Lei dà e intende dare di sé e di ciò che è dietro le quinte, nel suo intimo e nei suoi pensieri e affetti più profondi e sinceri. Ella, insomma, egregio signor Presidente, ha creato genialmente la «moderna» televisione; e genialmente ne rappresenta la creatura più perfetta. Chiederle di cambiare sarebbe come chiedere ai poveri nostri concittadini che accettano di partecipare al Grande Fratello se si accorgono delle cazzate che fanno (che, nel caso loro, sono costretti a fare) e del ridicolo cui si espongono..."
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