Un senatore condannato in appello per "concorso esterno in associazione mafiosa" in teoria dovrebbe essere espulso dalla politica e dalle istituzioni. Se poi aggiungiamo che Marcello Dell'Utri e' stato il co-fondatore di Forza Italia e grande amico di Berlusconi, uno sprovveduto potrebbe pensare che anche parte della politica, della Fininvest e i grandi affari edilizi come Milano 2 siano nati in uno stretto rapporto con la mafia (anche se la condanna si riferisce ai fatti avvenuti fino al 1992).
E invece c'e' chi gli da' prontamente incondizionata solidarietà: Fabrizio Cicchitto, Daniele Capezzone, Gaetano Quagliarello e pure il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, per dirne alcuni.
Allora sono perplesso e pensieroso. Eppure basterebbe leggere "Ad personam" di Marco Travaglio per capire la storia dell'Italia negli ultimi 20 anni e gli intrecci tra stato e mafia.
5 commenti:
...in un paese civile :|
ReAnto mi ha fregato sul filo: appunto, in un paese civile, qui no. Mai!
Ergo...
Prima io!!
;)
L'incipit del buon Dante, per commentare l'attuale commedia della politica italiana, sarebbe ancora l'infernale "Perdete ogni speranza..."
Con Cicchitto e Capezzone poi, tutto diventa tombale.
evitiamo di citare "un paese civile"
perchè facciamo brutta figura
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